mercoledì, febbraio 29, 2012

Buon compleanno Gioacchino

Nacque a Pesaro duecentoventi anni fa, il 29 febbraio 1792, ed amava scherzare sull'occorrenza quadriennale del suo compleanno.
Quindi oggi quale compleanno rossiniano dovremmo festeggiare? Il duecentoventesimo o il cinquantatreesimo (non il cinquantacinquesimo visto che gli anni secolari non divisibili per 400 non sono bisestili)?
Proverbiali la sua giovialità, la sua ironia, il suo amore per la buona tavola e per le belle donne. Sul conto di Rossini circolano molti aneddoti che forse egli stesso si divertiva ad alimentare. Come quello secondo cui avrebbe fatto il chierichetto da bambino solo per poter bere i resti del vino che il parroco usava per l'eucaristia.
Leggendari la sua rapidità nella creazione musicale e la sua pigrizia. Un altro aneddoto vuole infatti che quando componeva sdraiato sul letto Rossini preferiva riscrivere le partiture che gli cadevano piuttosto che alzarsi a raccoglierle.
A 31 anni si trasferì a Parigi e da lì continuò a coltivare le sue passioni. Ma non dimenticò la patria. Neanche dal punto di vista gastronomico. E da buongustaio che era, faceva arrivare a casa sua molte specialità italiane. Strinse amicizie con famosi cuochi francesi e si divertì a scrivere pezzi dedicati a portate e ricette. E ne creò anche di ricette. Come l'insalata Rossini:

"Prendete dell'olio di Provenza, mostarda inglese, aceto di Francia, un po' di limone, pepe, sale, battete e mescolate il tutto; poi aggiungete qualche tartufo tagliato a fette sottili. I tartufi danno a questo condimento una sorta di aureola, fatta apposta per mandare in estasi un ghiottone. Il cardinale segretario di Stato, che ho conosciuto in questi ultimi giorni, mi ha impartito, per questa scoperta, la sua apostolica benedizione".

Intorno ai 40 anni, dopo aver prodotto una quantità stupefacente di musica, decise di ritirarsi nella campagna parigina e non scrisse quasi più nulla per i teatri, ma solo cose per sé, sua moglie e i suoi amici. In molti si chiesero il perché.

A 72 anni Rossini scrisse un'ultima perla, la Petite messe solennelle, che ebbe un successo straordinario e sulla cui ultima pagina il compositore scrisse:
“Dio buono, ecco terminata la povera messa. Ho scritto proprio della “musique sacrée ... ou de la sacrée musique ” (gioco di parole che in francese dovrebbe suonare come "musica sacra ... o musica insignificante". Per comprendere wikipedia propone un parallelo con "musica benedetta" e "benedetta musica"). Tu sai che io ero nato per l’opera buffa e non ho che un po’ di cuore e pochissima scienza. Sii dunque benedetto e accordami il Paradiso. Giacomo Rossini”
Morì cinque anni dopo.

Ah, oggi radio tre dedica l'intera giornata di programmazione a Rossini con BUON COMPLEANNO ROSSINI! - Programma dettagliato - Puntata su Rossini di Tre Colori - La diretta di Radio Tre - Puntata di Qui Comincia del 29/2/2012

Rossini amava raccontare che nel 1822 ebbe un incontro con l'allora già celeberrimo Beethoven. Il compositore renano gli avrebbe consigliato di continuare a scrivere opere comiche in quanto "questo è ciò che voi italiani sapete fare". E gli piaceva suggellare tale aneddoto auto-screditandosi con la definizione di  pianista della "quatrième classe". Non è da escludere che un tale atteggiamento abbia influenzato la critica dei tempi. La musica di Rossini cominciò infatti a ricevere la giusta considerazione solo a partire dalla metà del XX secolo.

"Se anche l'arte di Rossini non ha avuto una missione sociale, noi oggi apprezziamo in Rossini un grande compositore che ci ha fatto ridere o ci ha commossi senza indicarci una soluzione moralistica dell'esistenza ma descrivendo semplicemente la grande commedia umana."
È proprio questo uno degli aspetti, secondo me di spirito molto italiano, che più mi piacciono di Rossini.

E per concludere due pezzi.
Il Kyrie della Petite messe solennelle


E un pezzo parzialmente rossiniano: Duetto buffo di due gatti


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