martedì, agosto 09, 2016

Brexit 4: Qui si fa l'Europa flessibile o si muore - di brunello rosa

Dopo il referendum britannico nulla sarà più come prima. La germanizzazione dell'Unione Europea porta verso il disastro. L'alternativa è organizzare lo spazio comunitario in centri concentrici.


«Il voto britannico del 23 giugno 2016 costituisce uno spartiacque nella recente storia europea. Certo, la vittoria del Leave richiederà tempo prima di produrre i suoi effetti e nel frattempo l'Unione Europea continuerà a funzionare come se niente fosse accaduto. Ma il voto rappresenta una cesura netta nella percezione che i cittadini comunitari hanno dell'unione e, pertanto, dei loro destini.
La percezione che "non c'è vita fuori dell'unione" è stata seppellita dal voto inglese che ci ricorda come la storia non procede per linee rette, tantomeno monotonicamente crescenti. ... I rapporti di equilibrio prodottisi dopo la seconda guerra mondiale stanno saltando uno a uno:
in Giappone, il governo reinterpreta la costituzione in senso militarista per permettere interventi fuori dal territorio nazionale;
la Germania, dopo la riunificazione, torna a esercitare un ruolo egemonico sul continente europeo, anche se in modo riluttante e incompleto, specialmente dal punto di vista dell'assunzione di responsabilità;
gli Stati Uniti hanno da tempo smesso di esercitare quel ruolo di leadership morale che ne ha legittimato la supremazia economico-finanziaria e militare nel secondo dopo guerra, e stanno tornando su posizioni isolazioniste dopo la fase di apertura al mondo che qualcuno definirebbe "interventismo imperialista ";
l'espansione della globalizzazione e l'apertura dei mercati si è arrestata e prevale la tendenza al calo del commercio globale, alle chiusure protezionistiche e alle scelte nazionali.

In questo mondo ormai fuori dagli equilibri scaturiti dalla fine della seconda guerra mondiale, la Gran Bretagna, da sempre anticipatrice di eventi, rispolvera un suo grande classico: il distacco dall'Europa. Quello di oggi non è certo il primo e neanche più traumatico. Il primato spetta ancora e comunque alla rottura tra Londra e Roma avvenuta sotto Enrico VIII, che portò alla creazione di una religione autonoma alla cui testa siede il capo dello Stato britannico. Quell'evento segna in modo indelebile la storia d'Europa e trasforma per sempre i destini dell'Inghilterra, immettendola nel percorso che, nei secoli, l'avrebbe portata a diventare Regno Unito. L'Inghilterra che sconfigge fortunatamente e rocambolescamente l'invincibile armata spagnola; l'Inghilterra che inizia a costruire la sua "ricchezza nazionale" tramite la pirateria di Stato predatrice dei galeoni spagnoli di ritorno dalle Americhe; l'Inghilterra che confiscati alla chiesa cattolica terreni e proprietà consegnandole alle proprie classi dominanti, consentendo quell'accumulazione privata del capitale da cui sarebbe derivata entro poco più di un secolo la rivoluzione industriale che proietterà il Regno Unito prima degli altri nella modernità. Questa Inghilterra che fuori dall'Europa del tempo inizia a prosperare e a cambiare i destini del continente e i suoi rapporti di forza, avviandosi a costruire uno dei più grandi imperi della storia, rappresenta l'archetipo riproposto dagli attuali fautori del Leave.»…

Continua…

Da Limes.

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